RU486. IL GOVERNO RACCOLGA CON CORAGGIO IL SEGNALE CHE ARRIVA DAL PARLAMENTO
«Siamo soddisfatti per la decisione della Commissione d’indagine sull’Ru486 di sollevare dubbi sull’uso della pillola abortiva ed in particolare sulla sua compatibilità con la legge 194» commenta Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita.
«Attendiamo ora il pronunciamento del governo che ci auguriamo voglia, con coraggio, raccogliere il segnale che arriva dal Parlamento e che non è solo formale e burocratico.«Del resto è ormai accertato che le procedure seguite nelle Regioni dove la pillola è già stata utilizzata non tengono in alcun modo le prescrizioni della legge. Come potrebbe il ministro mettere la mano sul fuoco che le cose improvvisamente cambino e che tutte le strutture sanitarie diventino di colpo (e rimangano nel tempo) strettamente osservanti della norma?
«La Ru486, costituisce senza ombra di dubbio una pericolosa (anche per la donna) forma di estremizzazione dell’aborto, sancisce un suo ritorno nel privato e di conseguenza provoca uno svuotamento dall’interno della legge 194. Ma al nocciolo della questione aborto non c’è il metodo usato per provocare l’interruzione della gravidanza ed in fondo non c’è neppure la stessa legge 194 (che pure lotteremo fino in fondo per cambiare) ma la consapevolezza che i soggetti coinvolti nell’aborto sono almeno due: la donna ed il bambino.
Sappiamo attraverso l’esperienza dei nostri Centri di aiuto alla vita che ben poche donne consapevoli dell’identità del figlio che portano in grembo scelgono l’aborto. Non è un caso» conclude Casini «che la Spagna e la Polonia, equivalenti come numero di abitanti e dalle leggi di aborto pressoché uguali, contino ogni anno 110mila Ivg la prima e solo 328 la seconda».