lunedì 23 agosto 2010

SACCONI, MEETING E BIOETICA

Il ministro Sacconi al Meeting:
su bioetica governo in maggioranza

Sui temi della bioetica e «della biopolitica, il governo ha una posizione, ed è convinto che su quelle posizioni c'è una maggioranza parlamentare anche più ampia di quella che usualmente lo sostiene»: lo ha detto questa mattina il ministro del Welfare Maurizio Sacconi a margine del Meeting di Rimini. Sacconi ha ribadito di non «avere mai parlato di verifica di governo sulla biopolitica. Ho sempre e solo detto che la biopolitica è oggettivamente all'ordine del giorno e che, piaccia o non piaccia bisognerà trovarsi di fronte a problemi come la pillola dei cinque giorni dopo, l'aborto farmacologico, il rapporto tra vita e morte e tra ricerca ed etica. Su tutti questi temi – ha puntualizzato il ministro – il governo ha una posizione ed è convinto che su di essa c'è una maggioranza parlamentare anche più ampia di quella che usualmente sostiene il governo».

Il ministro è intervenuto anche su temi economici: Sacconi ha confermato di condividere la proposta del leader della Cisl Raffaele Bonanni per una partecipazione dei lavoratori agli utili di Fiat. "Parlare di meno Stato e più società - osserva il ministro del Welfare al Meeting di Cl - significa parlare di Pomigliano, di un grande investimento che si realizza non con un incentivo pubblico ma con quanto è realizzato dalla disponibilità dei lavoratori ad una maggiore produttività. A mio avviso, questi lavoratori acquisiscono il titolo a condividere un domani i risultati delle loro fatiche non solo in termini di salario fisso contrattuale, ma anche di salario collegato ai risultati dell'attività aziendale"

Domenica, l'intervento di Corrado Passera
Un monito alla politica: l'Italia ha "forze enormi" per reagire, "può essere un modello", ma rischia disoccupazione e povertà. È necessario "mettere il tema della crescita economica, e di cosa bisogna fare per crescere, al primo posto dell'agenda politica". Così il banchiere Corrado Passera invita il mondo politico "ad aver coraggio, innovare, cambiare". A pensare "alto". E in una fase della vita politica del Paese in cui gli occhi sono puntati su chi potrebbe scendere in campo, anche dal mondo degli affari, chiarisce: sono parole che nascono da "una indignazione propositiva", è un ruolo di stimolo che "non va in nessun modo letto in maniera politica e partitica".

Sono comunque parole nette quelle che il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo lancia parlando alla platea del Meeting di Rimini. Corrado Passera chiarisce che non vuole entrare nel dibattito di stretta attualità sull'opportunità o meno di elezioni anticipate. Ma avverte: se si dovesse andare al voto la politica deve presentarsi al Paese con "una visione di sistema", con "scelte e proposte serie e concrete su temi come lo sviluppo e l'occupazione. E non sulle miserie di questo periodo". Ma "solo il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dovrà e potrà valutare, al momento giusto, se si deve andare alle elezioni".

Il Paese deve reagire, ha la forza per farlo: "Spesso ci dimentichiamo quante forze abbiamo e possiamo mettere in campo, forze enormi". Dopo aver retto la crisi e fatto riforme "meglio di altri", e con i conti pubblici in ordine, dice Passera, dobbiamo "convincerci che ci sono cose che possiamo fare per crescere di più": come su scuola e istruzione; investimenti per le infrastrutture trovando risorse da lotta agli sprechi e soldi non spesi; difficoltà per le imprese come sul fronte di sicurezza e corruzione. E sulla Giustizia, con "riforme forti e rispettose della Costituzione". In Italia "c'è più un problema di processo decisionale imballato che non di risorse. Un problema di coraggio politico, di intelligenza organizzativa. Serve un ripensamento su come funziona il Paese". Quella di Passera è una chiamata ad assumersi responsabilità rivolta "a tutta la classe dirigente". Ma bisogna anche "dividere, nel mondo della politica, chi si prende delle responsabilità e fa delle scelte e chi invece dice di attendere". Sul tema della crescita "ci giochiamo tantissimo: non possiamo non crescere o crescere poco, perchè con questo livello di crescita non si crea occupazione.

Ed il lavoro è il tema numero uno". Ma "dobbiamo crescere anche perchè c'è povertà, anche da noi". Il paese ha bisogno di "disponibilità ad innovare, disponibilità a cambiare, il coraggio di pensare alla grande. Responsabilità prima di tutto della politica ma anche dell'intera classe dirigente. Quindi, di tutti noi".

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