lunedì 29 gennaio 2007

"Laici devoti" di Giuliano Ferrara

Il professor Carlo Flamigni, massima autorità nel campo della procreazione medicalmente assistita, ha un'idea strana della coscienza, quella "parola rettorica" di cui secondo Benedetto Croce non si deve abusare, che però è anche un minuscolo concetto di cui non si può fare a meno. Flamigni critica Piero Fassino, quando parla di libertà di coscienza in Parlamento sul tema della famiglia artificiale. Il Professore, che dovrebbe essere autorità medica ed etica, obietta: come si fa a concedere la libertà di coscienza quando si tratti di libertà fondamentali della persona? Bella obiezione: da domani, con l'assistenza medico-etica del professor Flamigni, i parlamentari sono liberi in coscienza di giudicare il Sistema integrato delle comunicazioni, ma consegnati alla disciplina dell'appartenenza nella legislazione sull'infertilità e gli embrioni. Siamo in buone mani, procreiamo coscienza medicalmente assistiti. Ma in che mani siamo?Siamo nelle mani della sciatteria morale moderna, del pensiero senza altro fondamento che una vaga nozione di desiderio e diritto. Siamo nel regno della buona fede desiderante e dei sogno da realizzare a tutti i costi: la buona fede sostituisce la fede o anche solo la meditazione razionale, che sono segno di oscurantismo; il sogno di avere un figlio è più importante dei progetto biologico contenuto in un embrione, ecco il trionfo dell'idealismo illuminista sul materialismo della Chiesa cattolica e del pensiero laico disincantato. Un commentatore sabato, su Libero, accusava questa legge sulla procreazione di "uccidere i sogni della gente", che sono più importanti dell'esistenza degli embrioni, della loro intrattabilità (salvo precise, severe, condizioni restrittive). I sogni del cuore desiderante, secondo questi moralisti, sono intrattabili; sull'embrione esistente si negozia volentieri.Ma c'è di peggio che l'idealismo, il quale è già il peggio del peggio. C'è l'associazione "cercounbimbo", scritto tutto attaccato come "facciainosportinsieme" nelle fiere delle gioie assessorili sponsorizzate dai comuni. Un caso linguistico di inconsapevole pedofilia. Scovare un bimbo da qualche parte e farlo tuo, a tutti i costi: un orrore senza fine. L'infertilità come malattia, dice il professor Flamigni, come il diabete. E la provetta eterologa con annessa banca dati dei figli e dei padri, la diagnosi preimpianto perché il bimbo cercato sia sano prima ancora di legarsi a un corpo di donna, la sovrabbondanza degli embrioni e il loro abuso congelato per azzeccarla da subito e senza sforzo, in vista di un impianto che si può anche rifiutare, di una gravidanza che si può interrompere, si può, si può, si può, basta che lo si voglia: se i miei genitori mi avessero trattato così, li avrei ammazzati con la roncola appena nato. E poi avrei guardato Porta a porta per sapere che ne pensa il professar Crepet ciucciando il santo latte di una balia. No, gentile professore. L'infertilità riguarda la persona, che non è solo un corpo ma il punto geometrico su cui si esercita una convergenza di natura e civiltà; e riguarda la società, che è una struttura di relazioni con l'altro, embrionale o adulto non fa differenza. Se il mio corpo si ammala, sono fatti miei, e le chiedo aiuto se me lo può dare, con l'insulina. L'infertilità è un'occorrenza molto diversa, perché non sono solo con il mio sogno d'immortalità, e l'embrione non è un ormone in fialetta. Chiaro? Lo Stato etico siete voi con il vostro positivismo corretto dall'idealismo, questi due sgorbi della filosofia moderna.Siete strani, come laici e progressisti. Credete ciecamente alla favola degli americani che cercano il petrolio in Iraq. Ma siete piuttosto distratti quando si tratta di capire chi sponsorizzi la costosa stimolazione ormonale, chi abbia interesse alla fabbrica dell'umano (anche attraverso la sua distruzione in embrione, se del caso). Non vi piace il traffico immondo degli spot con i sederini plasmon, ma sorvolate sul catalogo dei bimbi- belli e felici a disposizione della famiglia artificiale. Dite che bisogna fare l'amore, non la guerra, e volete autorizzare ogni forma di guerra all'amore. In nome della salute della donna, per di più, e qui si ride, si ghigna con disgusto. Non sapete assolutamente che cosa sia la salute: la vostra è fitness, adeguatezza del corpo alle vostre idee sulla salute, e al fatturato della salute che deve pur curare la sua buona forma. Leggetevi il saggio di Sergio Solmi sulla salute di Montaigne: la salute è una combinazione di eccesso e rinuncia, è comprensione di quel che si è, è l'umanità e il suo autoritratto, è tradizione e memoria, innovazione attentamente sorvegliata. Non c'è salute dove si vuole quel che si può e si può quel che si vuole. Lì c'è solo obbedienza conformista alla tecnica, disumanizzazione inconsapevole.Si potrebbe pensare che questi sono pensierini di un matto conservatore, anzi di un reazionario, di un predicatore della christian coalition. No. Senza vantarmene, vi dico che non ho fatto la prima comunione e non mi sono mai confessato, e non ho un credo personale. Che ho votato per la legge sull'aborto non già turandomi il naso, però facendomi un po' schifo. Credo nei rimedi, non nei diritti, in materia di famiglia artificiale. Sono un progressista anch'io, purtroppo, e dentro regole pensate, severe, puntigliose, meticolose, casuistiche, pazienti e solenni, ho l'impressione che qualcosa si possa e si debba fare per aiutare medicalmente chi desideri generare un bambino. E' un atto di acquiescenza verso una delle possibili volizioni moderne, e di realismo verso il mondo com'è. Ma se mi tirate in ballo, come la nostra gentile lettrice di sabato, l'equazione embrione- ogrn, se la manipolazione della carota vale la manipolazione dell'embrione, se il desiderio di maternità o paternità diventa sogno da soddisfare con annesso diritto di vita e di morte, allora prendo la roncola.

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