mercoledì 14 marzo 2007

Giovani del MpV italiano

E’ passato quasi un anno dall’avvicendamento nel ruolo di responsabile giovani del Movimento per la Vita. Il passaggio delle consegne tra Giorgio e Leo ha dato inizio a un anno intenso sotto molti punti di vista, con molte novità e con molto lavoro. Sia per capitalizzare il molto già fatto in precedenza, sia per inserirsi e collegare la capillare presenza dei giovani in tutta Italia, sia per tracciare una “rotta”, non del tutto nuova forse, ma certo peculiare e coerente con le specifiche capacità e l’entusiasmo che Leo Pergamo ci offre.
Tante iniziative, tanti stimoli, tante buone idee sono emerse con entusiasmo in tutte le occasioni di confronto che ci sono state: dal seminario Quarenghi a Soverato a quello invernale a Piancavallo, dai corsi locali di Bios e Polis al nuovo gruppo del MpV inaugurato all’università Cattolica di Milano, al convegno internazionale di Brescia sui Genocidi, al Concorso europeo a Strasburgo alle altre mille iniziative e appuntamenti che sono stati organizzati.
Il lavoro c'è stato e di sicuro non mancherà in futuro!
Per questo è urgente che ci organizziamo, ci dividiamo le responsabilità e i compiti in modo che nessuno si senta sopraffatto o solo, adempiendo agli impegni assunti con entusiasmo.
I ragazzi che si impegnano o desiderano farlo non mancano di certo alla nostra associazione, che più di altre è in grado di stimolare e di dare entusiasmo. E a noi tocca valorizzare il grandissimo capitale umano che abbiamo a disposizione. Lo abbiamo visto conoscendoci ai Quarenghi ad esempio, ogni ragazzo e ogni ragazza con una storia diversa in un posto diverso e con grandi aspirazioni da realizzare!
Innanzitutto è importante ricordare a noi stessi perché ci impegniamo nel movimento per la vita.
La tutela della vita umana dal concepimento alla morte naturale e anche difesa della famiglia naturale fondata sul matrimonio, si legge nello statuto del movimento. E’ aspirazione ambiziosa e grande, già da sola sufficiente e meritevole di assorbire le energie e risorse che abbiamo a disposizione. E pare opportuno ricordare ancora una volta che azione concreta e proposta culturale sono due facce della stessa medaglia. Come perde di efficacia un movimento che difenda solo operativamente la vita, non si può pensare di essere efficaci testimoni nella società con una proposta solo culturale. E’ un invito a tutti a partecipare e collegarsi ai CAV, tenendo a mente che “chi salva una vita salva il mondo intero”.
Mi permetto però di aggiungere che a queste finalità noi giovani abbiamo un contributo e un'interpretazione originale da offrire. Una delle cose belle di essere giovani è che possiamo permetterci di pensare e aspirare con entusiasmo di cambiare il mondo. Non è una frase retorica. E', piuttosto, la constatazione che il mondo ci offre molte cose positive e meritevoli di essere conservate da un lato, e dall'altro cose negative che non possiamo accettare acriticamente, ma piuttosto cercare di cambiarle, tutti insieme e ciascuno nel proprio ambito con le capacità specifiche che si possono offrire. Si può cominciare a cambiare le cose lanciando la sfida, in particolare, di riflettere e di agire con lo "sguardo rivolto sulla vita umana nelle fasi della sua estrema fragilità(quali sono il nascere e il morire), convinti che questo possa aiutarci a dare solidità alle colonne portanti su cui è costruito la nostra modernità". Cambiare il mondo non vuol dire essere eversivi, piuttosto, vuol dire avere un'offerta di senso e di mentalità nuova da proporre prima di tutto ai nostri amici. Significa proporre di interpretare le cose del mondo con lo sguardo sulle fasi emblematiche dell'esistenza di ciascuno di noi.
Significa essere politicamente scorretti, perché la vita e la verità sono cose scorrette. Significa anche essere noi a creare l'atmosfera nell'ambiente in cui ci troviamo ed esporci in prima persona se del caso.
Significa essere un po’ rivoluzionari perché cambiare il mondo esige lo sforzo coordinato di tutti e la capacità di andare controcorrente.
Per questo è stata creata l'equipe nazionale giovani, che raduna tutti i responsabili regionali e dei gruppi universitari, per collegare e coordinare le straordinarie risorse che abbiamo.
Tutti, credo, abbiamo conosciuto momenti di entusiasmo e di voglia di fare, con idee e progetti da realizzare, perché in effetti la sfida della vita è cosa appassionante. Ma abbiamo conosciuto anche momenti di stanchezza, di delusione, di piccoli contrasti che inevitabilmente si presentano anche tra chi condivide le stesse aspirazioni.
E in effetti, per mantenere l'entusiasmo del nostro impegno per la vita serve la volontà di coltivarlo, la consapevolezza di non essere soli ad impegnarsi che altri ragazzi come noi vivono le stesse aspirazioni. Un po’ come un bel matrimonio. Tra persone di sesso diverso, ovviamente. Che lavoriamo tutti insieme adesso, anche grazie a Leo, lo sappiamo! Arrivederci al prossimo appuntamento.

Lorenzo Masotti

dal "Si alla Vita" del 6 - 3 - 07

1 commento:

Anonimo ha detto...

I giovani hanno una posizione privilegiata nella promozione della Vita, piu' di altri possono trasmettere nella loro testimonianza entusiasmo, nuove idee, generosità e speranza, pur con tutte la difficoltà che si riscontrano, non ultima la necessità di coerenza con il radicale messaggio dell'accoglienza della Vita, e quindi dell'altro, a prescindere dalle contingenze, sempre. senza se e senza ma!
Facciamo in modo di essere all'altezza della nostra responsabilità