Documento approvato dai 300 vincitori del XIX Concorso:
“La prima sfida è quella della vita”
promosso dal Movimento per la Vita italiano
Strasburgo, 24-27 ottobre 2006
Preambolo
Noi, trecento vincitori del XIX Concorso nazionale italiano sul tema “La prima sfida è quella della vita”;ci siamo riuniti a Strasburgo, capitale dell’Unione Europa e sede del Consiglio d’Europa dal 25 al 28 ottobre 2006. Proveniamo da tutte le regioni d’Italia, da Scuole Medie Superiori e da Università; abbiamo riflettuto, come proponeva il bando di concorso, sulla prima sfida: la vita, che si va facendo in questi anni sempre più vasta e cruciale,così come sul valore dell’uomo e sulla sua dignità, oggetto dell’altissima lezione di Giovanni Paolo II, e riconosciuta dai più importanti documenti moderni come fonte dell’uguaglianza e dei diritti umani fondamentali. A Strasburgo, all’interno del complesso dove i rappresentanti dei popoli europei dibattono sugli ideali e sui problemi dell’Europa e del mondo, abbiamo messo a confronto i nostri pensieri ed abbiamo elaborato il presente documento destinato ad essere inviato a tutti i parlamentari europei e a tutte le scuole italiane con lo scopo di far conoscere le nostre idee e le nostre aspirazioni e di contribuire, così, per quanto debole sia la nostra voce, ad una crescita di consapevolezza riguardo alla promozione dei diritti fondamentali, tra i quali in primis quello alla vita, proprio perché ogni individuo umano vivente, mai deve essere considerato una cosa,cioè come mezzo e non come un fine.
Affermiamo pertanto, dopo ampia discussione, seguita da voto democratico:
Art. 1
L’attuale crisi della costruzione Europea si manifesta nella stridente contraddizione che vede contrapporsi, da un lato, la grandezza dei suoi principi fondamentali, dall’altro, le leggi degli Stati membri, che calpestano il diritto alla vita della persona, specialmente nei momenti più fragili dell’esistenza umana, dal concepimento alla morte, che non dovrebbe essere contrastata dall’accanimento terapeutico o favorita dall’eutanasia. Diritto, quello alla vita, che trova conferma nelle radici cristiane fondanti la nostra cultura ed identità europea e che edifica uno spazio in cui ogni uomo possa essere riconosciuto come portatore di quella stessa dignità troppo spesso sacrificata da un’egoistica ricerca dei propri interessi. Si garantisca alle madri lavoratrici, inoltre, un contratto di lavoro flessibile che permetta loro di portare a termine una gravidanza, scartando conseguentemente l’irreversibile possibilità dell’aborto. Si conceda infine, agevolazioni economiche affinché ogni nucleo famigliare possa scegliere di svilupparsi nel totale rispetto della vita.
Art. 2
L’Europa nasce come forma di vita associata, sul cui concetto si fonda l’esistenza stessa dell’uomo. Come tale deve garantire la convivenza civile, la quale si può realizzare solo quando vengono rispettati i diritti fondamentali dell’uomo. Il primo, imprescindibile, è il diritto alla vita. L’Europa ha il dovere di salvaguardare tutti i cittadini che la compongono. Da ciò dipendono i diritti alla dignità, alla giustizia sociale e alla difesa: ogni individuo deve essere preservato dall’offesa, dalle sperequazioni economiche e dagli abusi. L’Unione Europea in quanto ordinamento giuridico atto a garantire quelli che sono gli interessi generali del popolo Europeo, deve sostenere i principi di fondo di una sana e pacifica convivenza civile, raggiungibile solo e soltanto attraverso l’educazione dei giovani, incentivando questi con progetti scolastici multinazionali, che creino una fitta rete, non solo di alleanza economiche, ma anche e soprattutto politico-sociali. Alla base si trova il diritto inderogabile all’uguaglianza, con particolare attenzione ai processi di tutela, rispetto, integrazione delle minoranze, attuando una politica estera aperta al dialogo, al confronto e all’apertura con le Nazioni Extra-Comunitarie, al fine di raggiungere un equilibrio pacifico. La politica che l’Europa deve adottare per il bene comune e la rispettosa attuazione delle leggi che ne regolano il funzionamento, si deve reggere su pilastri fondamentali, riconosciuti e sentiti da tutti; quali la tolleranza religiosa, l’uguaglianza sociale, l’osservanza delle leggi che non mirano a limitare, bensì a migliorare la nostra vita e il rispetto delle altre culture, che non vuol dire dimenticare le proprie radici culturali. A questi si affiancano una politica estera decisa, una politica economica liberale, in cui lo Stato effettui controlli senza monopolizzare il mercato né limitare le aspirazioni e le capacità di miglioramento dei suoi cittadini, e infine, ma non per questo di minor importanza, la difesa, che deve operare nel pieno rispetto degli organi sopranazionali e ribadendo il proprio rifiuto della guerra come mezzo di prevaricazione delle autonomie nazionali e comunitarie.
Art. 3
L’uomo e i suoi inalienabili diritti devono, dunque, essere posti al centro della costruzione Europea, ma per molti aspetti la cultura contemporanea, non riesce a vedere cosa sia e da dove derivi quella dignità, intesa, come l’integrità fisica e morale dell’individuo e il rispetto e la libertà dello stesso, che rende l’uomo superiore ad ogni altra parte del creato, nel rispetto di tutto ciò che lo circonda. In tal modo diviene insicura la moderna dottrina dei diritti umani. Invece è fondamentale riconoscere che l’essere umano, dal momento stesso del concepimento, entra in possesso di inalienabili diritti, primo fra tutti il diritto alla Vita e una pari dignità che conserva fino alla morte naturale, quali che siano le condizioni economiche e sociali; nonché di intelligenza, di salute, di etnia, di lingua, di religione e di cultura (escludendo ,cosi pratiche che offendono la dignità umana).Inoltre la dignità di ogni essere umano è da considerarsi anche un valore espressamente laico, che costituisce la colonna portante degli Stati considerati moderni e deve essere posto a fondamento di tutte le leggi promulgate dagli stessi. Riteniamo infatti che l’uguale dignità di ogni essere umano è il diritto alla vita che ne consegue, siano principi puramente laici, come è espresso nella Carta dei Diritti dell’Uomo, che la fede può arricchire, ma non sminuire; tale principio deve- proprio perché fondamento degli stati moderni- rispecchiarsi nella loro legislazione: l’Uomo cioè deve essere posto come fondamento e fine di ogni legge.
Art.4
Le istituzioni Europee hanno l’onere morale di investire nel progresso scientifico, ma per migliorare la vita dell’uomo, non per negarla; per questo è preferibile che impegnino le proprie risorse nella ricerca sulle cellule staminali che avendo infinite possibilità di specializzazione ed essendo gratuitamente reperibili, a partire da tessuti, quali ad esempio il cordone ombelicale, rappresentano un vero e proprio patrimonio per il progresso dell’Umanità, al contrario di applicazioni che, come nel caso delle cellule embrionali umane, intervengono su individui già concepiti, giocando senza senso etico sul loro diritto alla vita.
Art.5
Noi giovani europei facciamo nostro l’appello di Giovanni Paolo II, testimone dei diritti umani, all’Europa- intesa come comunità il cui scopo è il riconoscimento della dignità di ogni singolo uomo- affinché riscopra la sua storia e la sua dignità per la sua reale e non precaria affermazione, come esempio di civiltà e di progresso nel mondo.
Art. 6
Noi giovani d’Europa esortiamo i nostri parlamentari, rappresentanti della volontà e dei bisogni dei popoli, a prestare servizio a favore del bene comune, in modo da assicurare, senza distinzione di etnia e di cultura, l’armonia, l’uguaglianza sociale, convivenza pacifica e la solidarietà tra le popolazioni europee; consapevoli che la promozione e la difesa di questi ultimi potranno essere portati avanti solo riconoscendo ad ogni livello il valore della vita umana dal concepimento al suo tramonto naturale. Che questi valori siano posti a fondamento e come criteri di valutazione di ogni politica legislativa comunitaria. Si propone, inoltre, di ricercare, con coraggio e vivo interesse metodi e soluzioni efficaci finalizzati al raggiungimento della pace, della giustizia e del progresso umano e politico.
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