«La malattia non può discriminare nessuno. La dignità della vita è alla base dell’uguaglianza»
Diritto di morire o libertà di vivere? Eutanasia o accanimento terapeutico? Autodeterminazione o relazione clinica? Il confronto serio e costruttivo con tutti i protagonisti del dibattito in corso passa da una condizione preliminare: intendersi sulle parole, imbastire un lessico condiviso. Si ha un bel parlare dei diritti dell’individuo. In realtà questo individualismo, l’ideologia ufficiale della civiltà postilluminista, è un individualismo del ruolo e non della persona. Come nella trasmissione Vieni via con me: un esempio ecclatante! È opportuno che anch’io stili una "lista" di priorità:Il riconoscimento della dignità dell’esistenza di ogni essere umano deve essere il punto di partenza e di riferimento di una società che difende il valore dell’uguaglianza e si impegna affinché la malattia e la disabilità non siano criteri di emarginazione.
La dignità della vita, di ogni vita, è un carattere ontologico dell’essere umano e non dipende dalla qualità della sua vita, vista o vissuta solo come un concetto utilitaristico. Inaccettabile avallare l’idea che alcune condizioni di disabilità rendano indegna la vita e trasformino il malato in un peso sociale. Si tratta di un’offesa per tutti, ma in particolar modo per chi vive tali condizioni. Questa idea aumenta la solitudine delle persone con disabilità e delle loro famiglie, introduce nei fragili il dubbio di poter essere vittime di un programmato disinteresse da parte della società, e favorisce decisioni rinunciatarie.Avere la certezza che ognuno riceverà trattamenti, cure e sostegni adeguati. Si deve garantire al malato e alla sua famiglia ogni possibile, proporzionata e adeguata forma di trattamento, cura e sostegno.Promuovere, proteggere e assicurare il pieno e eguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro inerente dignità: dall’inserimento lavorativo, alla vita indipendente, dall’integrazione scolastica al turismo accessibile, alla garanzia concreta di una continuità di risposte per la persona con disabilità e per la sua famiglia.Un corpo malato, disabile, non può diventare in nessun caso un fattore di isolamento, esclusione ed emarginazione dal mondo.
Effettuare concreti investimenti sul piano economico e su quello culturale per favorire un’idea di cittadinanza allargata che comprenda tutti, come da dettato costituzionale, e per riaffermare il valore unico e irripetibile di ogni essere umano, anche di chi è considerato "inutile" poiché giudicato incapace di dare un contributo diretto alla vita sociale.Rinsaldare nel Paese la certezza che ognuno riceverà trattamenti, cure e sostegni adeguati. Prima di pensare alla sospensione dei trattamenti si deve garantire al malato, alla persona con disabilità e alla sua famiglia ogni possibile, proporzionata e adeguata forma di trattamento, cura e sostegno.Approvare urgentemente i Livelli essenziali di assistenza "congelati" ormai da anni, Politiche di welfare efficaci. Tutela della vita. Oggi, una certa corrente di pensiero ritiene che la vita in certe condizioni si trasformi in un accanimento e in un calvario inutile, dimenticando che un’efficace presa in carico e il continuo sviluppo della tecnologia consentono anche a chi è stato colpito da patologie altamente invalidanti di continuare a guardare alla vita come a un dono ricco di opportunità e di percorsi inesplorati prima della malattia.Confrontandoci serenamente con la malattia, con la fragilità, tutti noi possiamo comprendere qualcosa di più sulla nostra comune condizione di esseri umani. Proviamoci.
Mario Melazzini
presidente nazionale Associazione Sclerosi laterale amiotrofica - Aisla
fonte: http://www.avvenire.it/
OGGI MARIO MELAZZINI
SARA' IN UNIVERSITA' CATTOLICA
A MILANO
ORE 16.00
AULA G.126 CARD. FERRARI
TI ASPETTIAMO!!!