Con un comunicato del 28 settembre Amnesty International ha chiesto la liberalizzazione dell’aborto in Cile, Nicaragua e El Salvador. L’Associazione se l’è presa in particolare contro il Nicaragua sostenendo che il Paese sarebbe “andato indietro” perché ha limitato l’aborto in qualsiasi circostanza. Nel più grande Paese del Centroamerica, Amnesty insieme ad altre associazioni abortiste ha raccolto 37000 firme per chiedere l’autorizzazione al libero aborto. Inoltre, nel comunicato, Amnesty elogia il governo dittatoriale di Cuba, perché ha invece liberalizzato l’aborto diversi decenni fa. E’ perlomeno strano che la stessa organizzazione non dica nulla circa il fatto che a Cuba vige la pena di morte, applicata anche contro gli oppositori del regime. A questo proposito è drammatico constatare in che modo il regime cubano, elogiato da Amnesty, tratta coloro che difendono la vita. Oscar Elias Biscet, un medico cattolico cubano, che si è battuto contro l’aborto, l’eutanasia e le fucilazioni, è stato ingiustamente condannato nel 2003 a 25 anni di carcere.
Affermiamo essere assolutamente vergognoso, e ci domandiamo come sia possibile, che una organizzazione che dice di essere per i “diritti umani” possa accanirsi invece proprio contro i più deboli ed indifesi, i figli concepiti. Ci limitiamo a ripetere le chiare parole di Giovanni Paolo II al riguardo: “nessun movimento per la pace è degno di questo nome, se non condanna e non si oppone con la stessa forza alla battaglia contro la vita nascente”, e ci auguriamo che i molti ignari sostenitori di Amnesty, magari invece sensibili alla difesa del diritto alla vita di ogni uomo, possano ripensare il loro sostegno a tale organizzazione.
Alberto Tibaudi
Dellagiulia Piergiorgio
Movimento per la vita nella Provincia di Cuneo
4 commenti:
Questa lettera contiene informazioni false.
La considero come minimo male informata, e in parte offensivo nei confronti di Amnesty International e dei suoi sostenitori.
A questo link potete trovare i dati che suffragano le mie accuse.
Sono aperto alla replica e al dialogo.
Sono curioso di avere la vostra opinione in riguardo a ciò che affermo.
La posizione di Amnesty, al di là dei dettagli e degli innumerevoli giri di parole, ci è già nota da anni... Di seguito pubblico l'appello del MPV scritto dal nostro presidente On. Carlo Casini (agosto 2007).
"Il lungo silenzio di Amnesty International sul diritto alla vita dei bambini non ancora nati costituisce una palese contraddizione con il dichiarato programma di difendere i diritti umani in tutto il mondo e in ogni situazione.Il diritto alla vita è, infatti, il fondamento di ogni altro diritto e attualmente gli attentati contro la vita umana nella fase più giovane dell’esistenza hanno raggiunto un’estensione enorme sviluppandosi in forme nuove. Ma, purtroppo, non si è ancora udita la voce di Amnesty a difesa delle vittime più deboli, povere, numerose.
Tanto più doloroso appare oggi l’annunciato proposito di Amnesty di riconoscere l’aborto come diritto umano, sia pure limitatamente a casi estremi. Da una organizzazione come Amnesty ci saremmo attesi, accanto ad una solenne proclamazione del diritto alla vita fin dal concepimento di fronte alla legalizzazione dell’aborto in molti paesi, almeno un’azione rivolta a favorire l’educazione al rispetto della vita umana già concepita ed a costruire reti di solidarietà intorno alle madri con gravidanze difficili per garantire insieme a loro la nascita del figlio.Ci troviamo invece di fronte al progetto di promuovere l’aborto negli stati dove ancora non è stato legalizzato. Non ci lasciamo ingannare dalla precisazione di qualche esponente di Amnesty, secondo la quale si intende solo evitare la sanzione penale a carico della donna in situazioni eccezionali.
Sappiamo bene che la minaccia penale nei confronti della donna non è l’unico mezzo per difendere la vita; riconosciamo l’opportunità che la società civile sappia in certi casi perdonare, abbiamo l’esperienza che è possibile salvare la vita del figlio ponendosi accanto e non contro la madre. Ma, a parte la considerazione che l’uomo è sempre uomo nonostante le condizioni talvolta inaccettabili nelle quali è stato generato, il silenzio protratto per decenni da parte di Amnesty sul diritto alla vita dei concepiti, lascia capire quale grande breccia nella protezione dei diritti umani fondamentali sarebbe la definitiva adesione di Amnesty all’annunciato progetto.Chiediamo perciò un ripensamento da parte degli organi centrali di Amnesty International. Esso favorirebbe un rinnovato impegni di collaborazione con Amnesty di quanti, cristiani o no, riconoscono che il principio di eguaglianza riguarda tutti gli uomini e non solo i già nati. Nel caso contrario ogni collaborazione diventerebbe impossibile nonostante il dolore di restare soli nella difesa integrale dei diritti umani".
Carlo Casini
Presidente del Movimento per la Vita Italiano
Rimini, 22 Agosto 2007
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