mercoledì 17 settembre 2008

IL SENSO DI UNA MOBILITAZIONE

Il 12 maggio scorso, parlando ai rappresentanti dei Centri di Aiuto alla Vita e dei Movimenti per la Vita di tutta Italia Sua Santità Benedetto XVI ha lodato il nostro “impegno nell'ambito politico come aiuto e stimolo alle Istituzioni, perché venga dato il giusto riconoscimento alla parola “dignita' umana”.


Quella del Santo Padre è una lode che inorgoglisce, ma che ci carica anche di una grandissima responsabilità, che dobbiamo essere pronti ad accettare: la sfida è quella di essere ancora e più di prima stimolo alle istituzioni, di essere portatori convinti ed informati della “dignità umana” in un mondo, quello della politica, in cui talvolta la dignità dell’uomo viene sacrificata sull’altare di ideologie che promettono un immediato (ed impossibile) paradiso in terra o la realizzazione di una libertà assoluta e senza limiti.


Ecco, noi siamo una delle risposte a queste idee, perché pensiamo che la libertà non possa essere scissa dalla garanzia assoluta dell’insindacabile diritto alla vita di ciascun essere umano, fin dal suo concepimento, e perché siamo convinti che non possa dirsi giusta una società in cui i membri più deboli (bambini nel grembo della madre o anziani malati) vengono sacrificati in nome di una falsa pietà figlia della cultura della morte.


Siamo pronti quindi a rilanciare la nostra sfida, ed abbiamo scelto di farlo andando a confrontarci con l’Europa ed il Parlamento di Strasburgo. Perché quel sogno di De Gasperi, Schuman e Adenauer di fondare proprio sulla dignità di ogni uomo la pace e la prosperità di un intero continente non è purtroppo avulso dalle pesanti intromissioni della cultura della morte.


La nostra risposta è la Petizione Europea, che stiamo promuovendo in rete con numerosi altri movimenti per la vita del Vecchio Continente: a 60 anni dalla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo noi chiediamo che nei documenti e nelle carte dei diritti dell’Unione si parli di diritto alla vita “fin dal concepimento”, e che l’unione fermi i finanziamenti pubblici alla ricerca che distrugge gli embrioni umani, e che si riconosca “come famiglia in senso pieno quella fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna”.


Non sarà facile farci ascoltare, ma certamente sarà un po’ meno difficile se riusciremo a mobilitarci ed a raccogliere migliaia di firme. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti quelli che credono nel valore della vita umana e nella difesa della sua dignità. Diamoci da fare!


Federico Trombetta

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