domenica 26 settembre 2010

I GIOVANI MPV AL MEETING!!!

BREVI PENSIERI SUL MEETING DI RIMINI

“Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore”. Era il titolo del Meeting di Rimini 2010. Come al solito, un’affermazione forte, che impegna l’uomo a riflettere su sé stesso e sul senso della poropria vita. Ma questo titolo è anche un segno quasi profetico di ciò che sarebbe accaduto a questo meeting.
Anche quest’anno lo stand del Mpv ha avuto il suo spazio alla fiera di Rimini. 

Ma quest’anno, tra le altre iniziative previste, ce n’era anche una pensata, con grande lungimiranza, per i giovani. Con lo scopo di mettere in contatto i ragazzi di Comunione e Liberazione, che per una settimana a loro spese si sono messi al servizio della buona riuscita del Meeting, con quelli del Mpv. E da quell’incontro sono nate buone prospettive di collaborazione futura, perché è inevitabilmente emerso che il “desiderio di cose grandi” è lo stesso e che, quindi, anche il cuore è lo stesso.

E’ nella natura del nostro gruppo universitario – e l’abbiamo sempre detto – porsi come catalizzatore delle energie pro life che scaturiscono dalla nostra società. Ed è naturale che un grande movimento ecclesiale come Comunione e Liberazione, seguendo il grande esempio del suo fondatore, la pensi come noi sulle scottanti questioni della vita.

Noi, al meeting, ci siamo sentiti ospiti graditissimi e ascoltati. Onorati non solo dalla presenza di tanti amici ciellini, ma anche di personaggi del calibro di Maurizio Sacconi, Eugenia Roccella, Renato Farina, Savino Pezzotta e Mara Carfagna. Tutti loro, invitati dal presidente Carlo Casini e dal vicepresidente Pino Morandini, hanno trovato il modo di dedicare diversi minuti della loro permanenza a Rimini al Mpv e alle sue tematiche. Ci hanno ascoltati, e noi abbiamo dialogato con loro. Producendo legami che, speriamo, si tradurranno in concrete scelte future.

Particolarmente emozionante, poi, il momento della testimonianza di Mario Melazzini, medico malato di sclerosi laterale amiotrofica che si batte da anni contro l’eutanasia e per spiegare che esistono malattie inguaribili, ma non malattie incurabili. Mentre le sue parole, arricchite dalla straordinaria dose di umanità che solo l’esperienza diretta di quello di cui si parla può dare, risuonavano alte dalle casse del nostro stand la gente di passaggio si fermava, attratta inevitabilmente da quell’uomo mite e all’apparenza debole, ma dal coraggio tanto profondo.

Se il meeting doveva essere incontro (con gli amici, con la realtà, con grandi testimoni della vita), ebbene, questo è stato. E, come la natura stessa ci spinge a fare, ora continuiamo a cercare cose grandi.

FT

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