martedì 21 settembre 2010

MA CHE BELLA LA PUGLIA...

In Puglia quasi il 30% dei bambini viene abortito: numeri impressionanti che non si possono ignorare.

I dati in questione sono tratti da un articolo della “Gazzetta del Mezzogiorno” che riprende la relazione del ministero sui dati degli aborti in Italia: emerge così che alla Puglia spetta il triste record del rapporto tra bambini abortiti su bambini nati. Dati impressionanti che meritano alcune brevi riflessioni:


- Aver approvato la legge che permette l’aborto in Italia non ha fatto altro che far considerare l’aborto come una delle tante possibilità, non si spiegherebbero altrimenti questi dati impressionanti se non come un basso livello di percezione della gravità del gesto dell’aborto, poiché purtroppo le leggi fanno cultura e, se una cosa è permessa per legge, viene percepita culturalmente come una cosa non così tanto grave. La politica con le sue azioni è quindi in grado, con atti concreti, di influenzare fortemente la cultura. E’ significativo inoltre a questo proposito che il maggiore tasso di abortività si abbia nella Regione in cui la guida politica di Centrosinistra con Vendola si sia caratterizzata in questi anni per una atteggiamento molto permissivo nei confronti dell’aborto.


- Questo dato pugliese di 270 bambini abortiti su 1000 nati è ovviamente solo il dato degli aborti ufficiali e non tiene conto delle tante migliaia di aborti chimici prodotti dalle varie pillole in commercio o illegali. Si arriverebbe quindi a persentuali di abortività molto superiori.


- Ultima considerazione di carattere demografico: non sfuggirà che parlando di dati così rilevanti numericamente, ogni anno al nostro Paese mancano centinaia di migliaia di bambini abortiti che segnano fortemente il nostro trend demografico e le conseguenze dal punto di vista anche economico e previdenziale. Investire quindi concretamente e culturalmente contro l’aborto, oltre che per primaria evidenza del diritto naturale alla vita, avrebbe ripercussioni positive anche dal punto di vista economico e previdenziale per il nostro Paese.


Fabio Luoni


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