mercoledì 20 ottobre 2010

STAMINALI ADULTE CONTRO LA SLA

"Le staminali per curare la Sla"


Una speranza per i malati di Sla. “Una scintilla nel buio”. Monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Terni e padre spirituale della Comunità di Sant’Egidio, ne è convinto. Dal suo laboratorio sulle colline umbre arrivano buone notizie: la ricerca sulle cellule staminali va avanti. Un grande esperimento per dimostrare anche che fede e ragione possono andare d’accordo.
Eccellenza al momento qual è la situazione?

“Al momento è stata certificata la correttezza procedurale delle cellule staminali adulte. Ovvero: le cellule prodotte possono essere impiantate sull’uomo. A questo punto resta il passaggio dal centro di produzione al malato. Il farmaco, insomma, è pronto: va innestato. Un passaggio clinico che richiederà ancora quattro, cinque mesi. Poi, inizierà la cura vera e propria. E’ l’unico esempio in Europa e forse nel mondo”.

Dall’Italia, anzi da Terni, la soluzione per questa terribile malattia?

“Non è matematico l’effetto positivo. Ha funzionato sui topi e sulle scimmie. Ma è ovvio che la speranza è d’obbligo, come del resto la prudenza. Io mi auguro che in questo modo si arrivi ad una cura efficace della Sla ma anche di altre malattie neurodegenerative. Certamente è stata messa la pietra angolare”.

Colpisce che una notizia del genere arrivi da un piccolo centro patrocinato per altro da un vescovo, prelato eminente del panorama ecclesiastico italiano …

“E’ questa la grande scommessa. Tutto è nato da un incontro tra uno scienziato (Angelo Vescovi) e un vescovo (io). Da questo incontro, così, si è portato avanti il difficile cammino della sperimentazione mettendo insieme la grande preoccupazione per i malati, una grande passione scientifica e umanistica per non parlare di un impegno economico non indifferente … Ma, nonostante gli ostacoli, alla fine siamo arrivati a questa straordinaria vittoria, un traguardo importantissimo”.

Con lo zampino di un uomo di Chiesa.

“Io credo questo sia solo un piccolo esempio di quel circolo virtuoso che vede fede, scienza ed etica camminare assieme”.
Qual è la posizione del Vaticano sulle cellule staminali?

“Se l’embrione è vita, non è possibile ucciderlo per trarre cellule staminali”

Detto questo, ci sono anche quelle adulte …

“Esatto. Una strada che non comporta l’uccisione della vita. Quella che, d’altronde, abbiamo seguito noi”.

E’ una passione recente, questa, Eccellenza?

“No. Ho cominciato a interessarmi alle cellule staminali quando ho visto un esperimento su un topo sette anni fa. Dissi allo scienziato: “Se non hai cambiato topo è una cosa straordinaria”.

Da qui la sfida per sconfiggere la Sla...

“Si. Tutto nasce dopo aver visto uno spiraglio. Ho voluto forzarlo e la porta si è aperta. Ecco io oggi posso dire non attraverso discorsi ma attraverso risultati che Chiesa e Scienza non solo possono andare d’accordo ma in alcuni casi affrettano il risultato. Il problema è la Scienza senza morale: può trasformarsi in follia”.
Cosa direbbe oggi a un malato di Sla?

“Due mesi fa ne ho incontrato uno. Parlava componendo le parole su uno schermo muovendo le pupille degli occhi. Ha scritto tre frasi: “Sono commosso per la visita. Ne sentivo un grande desiderio. Forse per me è troppo tardi. Continui la ricerca. Molti ne hanno bisogno”. Ecco, direi: una scintilla è stata accesa nel buio. Perché fino ad oggi non c’era nessuna speranza per questi malati”.

Francesco Cutillo

FONTE: http://www.tgcom.mediaset.it/

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